Richiedi informazioni

La Commissione Europea lancia i “nature credits” per valorizzare la biodiversità

22 Luglio, 2025

La Commissione Europea ha recentemente presentato il “Roadmap towards Nature Credits”, un progetto volto a trasformare la biodiversità in un asset strategico attraverso un nuovo mercato di crediti basati su azioni positive per la natura.

In concreto, si tratta di strumenti finanziari che permetteranno a realtà private — come aziende agricole, imprese forestali e comunità locali — di ricevere compensi per interventi quali riforestazione, tutela delle zone umide o pratiche agricole rigenerative.

 

Cosa sono i Nature Credits

I Nature Credits sono unità che attestano interventi positivi per la natura, come il ripristino di habitat o la riforestazione, certificati da enti indipendenti attraverso metriche di biodiversità riconosciute.

 

Questi crediti vengono generati da chi realizza azioni concrete sul territorio (ad esempio agricoltori o gestori di aree naturali) e, una volta certificati, possono essere venduti e acquistati da aziende, enti pubblici o cittadini per contribuire alla tutela degli ecosistemi, migliorare la reputazione ambientale e ridurre i rischi legati alla perdita di biodiversità.

 

I ricavi della vendita tornano ai promotori dei progetti, incentivando ulteriori interventi a favore della natura.

 

Obiettivi

  • Colmare il divario finanziario: l’UE stima un fabbisogno annuo di circa 37 miliardi di euro per sostenere la biodiversità, una cifra non coperta dai soli fondi pubblici
  • Favorire investimenti privati: le aziende potranno acquistare nature credits per facilitare l’accesso ai finanziamenti, ridurre i rischi lungo la catena di fornitura, contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali sulla biodiversità, ecc.
  • Premiare i custodi del territorio: contadini, guardie forestali e altre realtà locali riceveranno un sostegno economico diretto per azioni misurabili in favore degli ecosistemi

Fasi e governance

  • Formazione di un gruppo di esperti – composto da rappresentanti governativi, comunità locali, agricoltori e scienziati – per definire metodologie di certificazione entro il 2026.
  • Progetti pilota a partire dal 2025 in Paesi come Francia, Estonia e persino Perù, finalizzati a testare modelli concreti di nature credits
  • Sviluppo di standard e criteri entro il 2027, assicurando trasparenza e affidabilità nella misurazione, permanenza e addizionalità dei risultati naturali

 

In sintesi

Il meccanismo dei nature credits mira a integrare i fondi pubblici con investimenti privati, stimolando la tutela della biodiversità in modo misurabile e sostenibile. A differenza dei carbon credit, l’UE punta su un modello più orientato alla riparazione attiva degli ecosistemi, non solo alla compensazione.

 

Nature credits vs carbon credits: le differenze principali

  • Finalità ambientale: i carbon credits sono legati alla riduzione o compensazione delle emissioni di CO₂, mentre i nature credits si concentrano su interventi che migliorano direttamente la biodiversità e la salute degli ecosistemi, come la riforestazione, la rigenerazione del suolo o la tutela degli habitat naturali.
  • Approccio preventivo vs rigenerativo: i carbon credit hanno spesso un’impronta “difensiva” (limitare danni), mentre i nature credits hanno un approccio più proattivo e rigenerativo, volto a creare valore naturale aggiuntivo.
  • Rischi e trasparenza: il mercato dei carbon credit è stato spesso criticato per la difficoltà nel trovare metodologie di calcolo adeguate per verificare l’effettivo impatto dei progetti. I nature credits, ancora in fase di sviluppo, mirano fin da subito a stabilire standard solidi di misurazione e tracciabilità, proprio per evitare le stesse criticità.
  • Complementarietà: non si escludono a vicenda. Un’azienda potrebbe combinare entrambi gli strumenti per affrontare diverse dimensioni del proprio impatto ambientale: emissioni da una parte, biodiversità e territorio dall’altra.

 

Il percorso include una fase partecipativa fino al 30 settembre 2025, che raccoglierà pareri pubblici e stakeholder, con una tabella di marcia verso un quadro definitivo entro il 2027.

 

acqua analisi materialità atlante foreste audit audit energetico auto elettriche bando bilancio di sostenibilità biodiversità biogas calcolo emissioni CO2 cambiamenti climatici carbon footprint caro bollette case green catena del valore cer compensazione emissioni CO2 compostiamoci bene comunicazione ambientale comunità energetiche conto termico cop28 Corporate Sustainability Reporting Crediti di carbonio csddd CSR decarbonizzazione decreto crescita deforestazione diagnosi energetica dichiarazione non finanziaria Direttiva CSRD direttiva UE diritti umani earth day eco-design economia circolare effetto serra efficienza energetica en energia energypop enti pubblici EPD EPD Italy ESG etichetta ambientale prodotto EUDR filiera sostenibile fondo kyoto fonti fossili fonti rinnovabili forestazione formazione fotovoltaico frutteto solidale ghg protocol green claims green deal green economy greenheroes greenwashing impatti ambientali impatti sociali impronta carbonica inclusione inquinamento iso 50001 LCA microplastiche mobilità sostenibile mosaico verde natura nature credits net-zero oasi urbane omnibus paesc parco urbano patto dei sindaci piantare alberi plastica monouso pnacc pnrr pompa di calore POR-FESR povertà energetica processi partecipativi progetto europeo report sostenibilità responsabilità sociale impresa reti fantasma riciclo riduzione emissioni co2 riduzione impatti ambientali rifiuti riqualificazione riutilizzo SCOPE SDGs servizi ecosistemici sismabonus SOA sostenibilità aziendale spettacolo sportello energia standard ESRS standard gri studio lca superbonus sviluppo sostenibile transizione 5.0 transizione energetica tutela forestale value chain valutazione posizionamento volontariato aziendale

Attestato di compensazione

Inserisci il codice che trovi sul marchio per visualizzare i dettagli della compensazione e scaricare l'attestato