L’Italia ha compiuto una decisa accelerazione negli investimenti nel verde, raggiungendo il traguardo di oltre 3 milioni di nuovi alberi messi a dimora nel corso del 2024. Questo ammonta a quasi 4.000 ettari di nuova superficie forestata, un capitale naturale che è stimato generare un ritorno economico di più di 20 milioni di euro l’anno in servizi ecosistemici, come la mitigazione degli eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell’aria e del suolo.
È quanto emerge dalla quinta edizione dell’Atlante delle Foreste, il rapporto annuale realizzato da Legambiente e AzzeroCO2 con il supporto tecnico di Compagnia delle Foreste per Il Sole 24 Ore, che fotografa lo stato della forestazione nel nostro Paese e che verrà presentato il prossimo 6 novembre ad Ecomondo.
L’impulso decisivo per la forestazione nazionale nel 2024 è arrivato dalle Città metropolitane, grazie all’utilizzo dei fondi del Decreto Clima e del PNRR. Gli investimenti pubblici sono cresciuti del 31%, rivelandosi il pilastro della forestazione. Messina e Roma sono in testa alla classifica, avendo messo a dimora rispettivamente 357.612 e 265.501 nuove piante. Circa il 75% dei progetti PNRR ammessi a finanziamento con il primo avviso del 2022 ha già completato la fase di transplanting.
A livello regionale, il Trentino-Alto Adige si conferma al primo posto, seguito da Basilicata e Veneto. Tuttavia, ben otto regioni (tra cui Sicilia, Toscana e Campania) non hanno avviato nuovi impianti con fondi propri, a causa di una fase congiunturale dovuta alla conclusione del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 e all’attesa dell’operatività dei nuovi piani CSR (2023-2027).

Parallelamente alla crescita pubblica, si registra una brusca frenata del settore privato: i contributi volontari legati alla Corporate Social Responsibility (CSR) delle imprese sono scesi del 72% rispetto al 2023, traducendosi in appena 40.852 alberi messi a dimora.

Secondo il report di Legambiente e AzzeroCO2, tale contrazione non è sintomo di un calo di interesse, ma riflette una diversificazione nelle strategie di CSR. Le aziende stanno adottando piani più ampi e integrati, superando l’approccio focalizzato sul mero conteggio degli alberi per includere azioni di tutela e ripristino degli ecosistemi e promozione della biodiversità.
L’Atlante sottolinea che non è sufficiente piantare alberi, ma è cruciale garantirne la sopravvivenza in un clima che cambia, caratterizzato da siccità e ondate di calore. Per evitare che gli investimenti si trasformino in uno spreco di risorse, è fondamentale un approccio lungimirante che includa la scelta delle specie adatte, la preparazione del sito e, soprattutto, un piano di manutenzione post-impianto (come le irrigazioni di soccorso e gli sfalci periodici).
Ecomondo, fiera di Rimini


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