L’estensione delle scadenze e la riduzione dell’ambito di rendicontazione potrebbero sembrare un alleggerimento dell’onere normativo, ma le implicazioni reali sono più complesse.
Il dibattito sulla proposta Omnibus non dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulla riduzione degli oneri di compliance, ma piuttosto sulla creazione di un sistema che incentivi la sostenibilità come motore di sviluppo economico e innovazione.
In realtà, la vera minaccia per le imprese non è l’adozione di pratiche sostenibili, ma l’incertezza normativa e la volatilità delle regole. Le aziende hanno bisogno di stabilità per poter pianificare investimenti a lungo termine e innovare con fiducia, e di fronte alle sfide della sostenibilità, possono scegliere due strade: considerarla un mero obbligo normativo oppure riconoscerla come un’opportunità strategica per differenziarsi e crescere.
La proposta dovrà essere discussa e votata dal Parlamento Europeo, per poi essere recepita dai singoli stati membri. Oggi, per le imprese italiane, la normativa di riferimento resta il D.Lgs. 125/2024, che recepisce la CSRD e disciplina gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità. Le eventuali modifiche proposte a livello UE dovranno seguire l’iter legislativo europeo e, solo dopo la loro approvazione, potranno tradursi in aggiornamenti normativi nazionali.
Le modifiche proposte prevedono nuove soglie e posticipano alcune scadenze di rendicontazione, ma non eliminano la necessità di adottare solide pratiche ESG. Anche con tempistiche più flessibili, l’accuratezza e la coerenza delle metriche di sostenibilità rimangono essenziali per la valutazione del rischio, la comunicazione con gli stakeholder e le strategie aziendali. Le imprese dovrebbero continuare a monitorare sia i rischi finanziari sia gli impatti ambientali e sociali.
Gli investitori europei continueranno a considerare e a richiedere informazioni sulla sostenibilità alle società in cui investono, poiché ciò è ampiamente riconosciuto sia come buona pratica commerciale sia come parte fondamentale del loro dovere fiduciario. Il rischio climatico è ormai riconosciuto come un rischio finanziario e la credibilità dei report ESG sarà sempre più decisiva per mantenere la fiducia di investitori e istituzioni finanziarie.
Sostenibilità e competitività non sono in conflitto, ma insieme rappresentano la chiave per un’economia solida e innovativa. La raccolta di dati ESG e una governance attenta agli impatti ambientali non sono solo strumenti di conformità, ma elementi strategici per la resilienza aziendale e il benessere collettivo.
Non si tratta di una scelta tra normative ambiziose sulla sostenibilità e competitività economica. Omnibus offre l’opportunità di ripensare l’approccio aziendale alla sostenibilità, che deve andare oltre la semplice conformità normativa per diventare un motore di innovazione e crescita a lungo termine.
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