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Le comunità energetiche: un’opportunità economica, ambientale e sociale

   

Che cosa si intende per “comunità energetiche”?

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), “sono un soggetto giuridico i cui membri sono persone fisiche, PMI o autorità locali, le realtà del Terzo Settore e le amministrazioni comunali comprese, il cui obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai membri o alle aree locali in cui opera tramite la condivisione dell’energia prodotta da impianti rinnovabili”, così definite nella Direttiva 2018/2001/UE (RED II) che promuove l’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili e identifica le buone pratiche di autoconsumo collettivo.

Si tratta, dunque, di un'associazione tra cittadini, attività commerciali, autorità locali, imprese e soggetti del Terzo Settore che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di impianti per la produzione e l'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Le comunità energetiche possono produrre, consumare, immagazzinare e vendere l’energia rinnovabile, avvalendosi anche di accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile, inclusa  la propria energia in surplus a tutti i mercati o anche accumularla e riutilizzarla tramite aggregatori in progetti sostenibili (art. 2). Le comunità energetiche godono anche della cumulabilità degli incentivi attraverso vari contributi economici e strumenti finanziari a disposizione delle PA.

In Italia

La RED II era già stata parzialmente recepita con il Decreto Milleproroghe DL.162 del 30/12/2019 entrato in vigore in via sperimentale il 29 febbraio 2020. Questo decreto aveva introdotto alcuni requisiti per la creazione di una comunità energetica limitando l’appartenenza degli utenti alla cabina secondaria, ovvero l’impianto dove l’energia passa da media a bassa tensione, e definendo il limite di potenza per essere ammessi al meccanismo incentivante fino a 200 kW.

Due anni dopo, il 15 dicembre 2021, l’entrata in vigore sulla Gazzetta Ufficiale del recepimento completo della RED II nell’ordinamento italiano vede la potenza massima aumentare fino a 1 MW per gli impianti ammessi ai meccanismi di incentivazione, e la possibilità di creare una comunità energetica già a partire dalla cabina primaria, cioè l’impianto dove l’energia passa da alta a media tensione, allargando notevolmente la possibilità di adesione dai soli piccoli borghi a gruppi di piccoli Comuni.

I benefici

Diventare una comunità energetica permette, soprattutto ai piccoli borghi di cui l’Italia è piena, di mettere a sistema le risorse sociali, economiche ed ambientali di un territorio creando innovazione e costruendo un percorso condiviso verso l’autonomia energetica. Non è un caso che il PNRR abbia messo a disposizione, attraverso l’accesso al credito agevolato, ben 2,2 miliardi di euro per la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili.

L’Amministrazione locale potrà realizzare gli impianti da destinare ad autoncosumo e  alla condivisione in autofinanziamento, per mezzo di bandi pubblici o attraverso forme di partecipazione pubblica, coinvolgendo i membri della CER e la comunità locale.

La valorizzazione di questo tipo di esperienza va a costituire proprio il sistema incentivante che darà la possibilità al socio della CER di passare da una condizione di consumatore passivo a quello di produttore (producer) e consumatore attivo (consumer). Questo sistema offre senza dubbio dei vantaggi economici, ma non  solo: cittadini, attività commerciali, associazioni e aziende possono associarsi per produrre e condividere energia elettrica e rinnovabile, e possono creare insieme esperimenti di democrazia energetica e valore territoriale promuovendo il ruolo centrale dei cittadini.

Non trascurabili sono anche i benefici ambientali risultanti dalla produzione di energia mediante fonti rinnovabili in sostituzione alle fonti fossili, nonché quelli sociali, in quanto i soggetti, diventando produttori di energia pulita e condivisa con i membri della Comunità Energetica, sono in prima persona attori del cambiamento, e grazie agli incentivi hanno inoltre l’opportunità di creare nuovi progetti sostenibili innescando, così, un circolo virtuoso.

Lo sviluppo delle CER diviene quindi a tutti gli effetti una strategia di contrasto alla povertà energetica e di lotta alle diseguaglianze, rappresentando allo stesso tempo una risposta concreta al fenomeno del caro bollette, un problema trasversale che interessa ciascuna famiglia o azienda italiana.

Buone pratiche

 

Sul tetto della fondazione “Famiglia di Maria” a San Giovanni a Teduccio, Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. Foto Sara Casna



Ferla, Villanovaforru, San Giovanni a Teduccio, Pinerolo sono solo alcuni dei Comuni che nel corso dell’ultimo anno hanno già messo in atto questo strumento potente di condivisione.

Villanovaforru, ad esempio, è un piccolo Comune sardo di 680 abitanti in cui un gruppo di cittadini ha creato una CER capace di produrre autonomamente l’energia rinnovabile di consumo grazie ad un impianto con una potenza di 54,4 kW, collegato a 40 utenze sia private che commerciali, tra cui un B&B ed un albergo. Un altro esempio è costituito dall'amministrazione comunale di Ferla che ha destinato il proprio impianto fotovoltaico alla comunità: esso costituirà il primo nucleo della comunità energetica "Common light", costituita dal Comune stesso insieme ad altri 4 soggetti, 2 cittadini e 2 attività commerciali. Nella periferia est di Napoli, sul tetto della fondazione Famiglia di Maria, un ex orfanotrofio religioso che è sede della fondazione e che oggi ospita attività di doposcuola con i ragazzi, corsi di formazione, laboratori e iniziative di vario genere per aiutare i minori e le famiglie svantaggiate, è stato installato un impianto di 53 kW di cui beneficiano 40 famiglie delle case popolari del circondario.

Una delle mission di AzzeroCO2 è il supporto alle Pubbliche Amministrazioni nell’accesso agli incentivi e strumenti finanziari di volta in volta disponibili volti al miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture pubbliche; è evidente quindi come le attività di progettazione, gestione e coordinamento del processo partecipativo per la costituzione delle CER in tutte le sue fasi rientrino perfettamente nel nostro raggio di azione.

Proprio in questo momento è in corso il lancio della campagna BEcoME (Da Borghi a Comunità Energetiche), creata da Legambiente  in collaborazione con AzzeroCO2 e Kyoto Club, con cui di fatto si mettono in campo dei processi per supportare le PA tramite attività di sensibilizzazione sul tema e azioni di supporto alla costituzione delle CER, con l’obiettivo di creare delle piccole rivoluzioni energetiche.

Se sei interessato ad approfondire il tema, contatta la coordinatrice della campagna sulle Comunità Energetiche per AzzeroCO2, Ing. Maria Assunta Vitelli: mariaassunta.vitelli@azzeroco2.it  

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Maria Assunta Vitelli
Coordinatrice campagna Comunità Energetiche


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