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Rendicontazione non finanziaria, verso uno standard Europeo condiviso

Il report di sostenibilità è il principale strumento che consente alle aziende di fornire agli stakeholder un’informativa completa degli impatti maggiormente significativi rispetto ai temi economici, ambientali e sociali.

Il report rappresenta dunque uno dei principali veicoli di dialogo e coinvolgimento degli stakeholder che, oltre a permettere di identificare e gestire gli impatti negativi e positivi, permette all’azienda di identificare tematiche potenzialmente rilevanti per il futuro e comunicare la propria strategia di sostenibilità.  

Lo stato dell’arte

L’impianto normativo attualmente in vigore a livello europeo in tema di rendicontazione non finanziaria obbligatoria è legato principalmente alla NFRD (Non-Financial Reporting Directive) connessa alla Direttiva 2014/95/UE, che definisce un set di argomenti che possono essere oggetto di rendicontazione da parte delle imprese (es. tematiche ambientali, rispetto dei diritti umani, corruzione e concussione, tematiche legate alla diversità e ad altri aspetti sociali).  

Le novità del Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD

Il 21 aprile 2021, è stata pubblicata una proposta di Direttiva - la Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD – che ha nella sua concezione l’obiettivo di standardizzare la rendicontazione sui temi della sostenibilità e strutturare processi e metodologie in grado di restituire a stakeholder e investitori un’informativa di qualità, comparabile e trasparente, per dare loro la possibilità di prendere decisioni informate e consapevoli.

Queste le principali novità:
  • rispetto all’impianto dell’NFRD, viene ampliato il campo di applicazione dell’obbligo di rendicontazione alle imprese con: più di 250 dipendenti, ricavi superiori ai €40 milioni, totale attivo superiore ai 20 milioni. Ricadono nell’obbligatorietà anche tutte le società quotate nei mercati regolamentati, ad esclusione delle micro imprese;
  • il report dovrà essere sottoposto ad un processo di assurance;
  • viene richiesto alle aziende di pubblicare le informazioni associando un “tag digitale”, con l’obiettivo di rendere l’informazione leggibile in maniera automatica;
  • oltre alla definizione di un set di standard obbligatori per la rendicontazione in conformità con la CSRD, la norma prevede anche lo sviluppo di standard applicabili in maniera volontaria dalle PMI.

Per le PMI escluse dal campo di applicazione della norma, è importante sottolineare che sebbene la redazione di un Report di sostenibilità non sarà obbligatoria nei prossimi anni, l’avvio di un percorso di sostenibilità che includa il reporting potrebbe rappresentare un’opportunità concreta.

Dotarsi di uno strumento di questo tipo, oltre a supportare l’azienda nell’analisi e definizione degli impatti e identificazione di potenziali criticità, rappresenta uno strumento abilitante per il dialogo con grandi aziende. In prospettiva alle PMI che fanno parte della catena di fornitura di altre aziende verrà sempre di più richiesto di rendicontare e rendere accessibili le informazioni che gli standard di rendicontazione esistenti e la nuova direttiva ritengono rilevanti.

I nuovi standard di rendicontazione

La Commissione Europea ha delegato lo sviluppo del set di standard generali all'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG): una prima bozza degli EU Sustainability Reporting Standards - ESRS è stata pubblicata dall’EFRAG ed è attualmente in fase di consultazione. Gli standard pubblicati sono strutturati in 4 set principali (ai quali si aggiungono delle appendici) e affrontano i temi sintetizzati di seguito:

  1. Cross-cutting Standard: coprono contenuti di carattere generale sui 3 temi ESG tra i quali: strategia, governance e analisi di doppia materialità;
  2. Standard Ambientali: regolano la rendicontazione in ambito di cambiamento climatico, inquinamento, risorse idriche e marine, biodiversità, uso delle risorse ed economia circolare;
  3. Standard Sociali – definiscono il rapporto con i lavoratori, gli impatti sulle comunità, il rapporto con i consumatori e gli utenti finali;
  4. Standard Governance – riguardano la gestione del rischio, controlli interni e la condotta aziendale.


È importate sottolineare che il materiale sino ad ora pubblicato potrà subire cambiamenti in quanto si tratta di standard tecnici in fase di sviluppo basati su una norma, la CSRD, che non è ancora stata approvata in maniera definitiva dalla Commissione. L’EFRAG ha l’obbiettivo di consegnare alla Commissione Europea gli standard in forma di bozza nel novembre 2022, ed in seguito verrà avviato un processo interno di validazione da parte della Commissione stessa che dovrebbe sfociare nell’adozione degli standard indicativamente nel corso del primo semestre 2023.

In AzzeroCO2 ci occupiamo di redigere bilanci di sostenibilità e lo facciamo rispettando gli standard del GRI (Global Reporting Initiative), partendo dalla definizione di strategie di dialogo con gli stakeholder per poi andare ad offrire supporto sulla rendicontazione degli indicatori rilevanti allo scopo di definire degli obiettivi di miglioramento degli indicatori rendicontati.  

Cosa può fare, dunque, un’azienda che voglia redigere il proprio bilancio di sostenibilità e anticipare la nuova direttiva sul Corporate Sustainability Reporting?

Può cominciare approfondendo i benefici derivanti dalla redazione del report di sostenibilità scaricando la nostra guida

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Marco Falasca
Consulente Area Sostenibilità AzzeroCO2


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