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Senza un LCA, niente green claim, la Danimarca fa scuola  

23 Settembre, 2022

Se il processo di green strategy intrapreso da un’azienda non è certificato e accompagnato da un percorso scientifico, è comunicazione scorretta, ovvero greenwashing, così è indicato nelle linee guida dell’Ombudsman danese.

 

La sostenibilità è un tema da promuovere, ma anche da difendere. Mettere in atto azioni e programmi sostenibili sta diventando sempre di più una prerogativa delle aziende e ciò rappresenta senza dubbio un’esigenza a servizio del futuro.

 

La guida sul marketing ambientale

 

Per scongiurare il pericolo della “fake sustainability”, l’Ombudsman danese, ente analogo alla nostra Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), ha preso una posizione chiara pubblicando una “Guida rapida per le aziende sul marketing ambientale”. Un vademecum realizzato per tracciare una linea di demarcazione tra lecito e illecito, offrendo alle aziende indicazioni puntuali sull’essere sostenibile e tutelando allo stesso tempo i consumatori da green claim ingannevoli.

 

Nel documento si sottolinea che, data la difficoltà a definire un qualsiasi prodotto o servizio genericamente “sostenibile” e per evitare di diffondere messaggi vaghi più simili a una pubblicità ingannevole, lo studio dell’impatto ambientale del prodotto deve essere supportato da un’analisi LCA – Life Cycle Assessment.

 

Una valutazione del ciclo di vita, effettuata da una terza parte indipendente, è l’unico strumento in grado di dimostrare che un prodotto, servizio o processo sia effettivamente migliore dal punto di vista ambientale rispetto ad articoli simili.

 

La sostenibilità è infatti un concetto relativo che ha senso solo se inserito in un contesto ben definito attraverso confronti che utilizzano metodi oggettivi e concordati.

 

L’analisi della Commissione Europea

 

La guida dell’Ombudsman danese mette in evidenza l’urgenza del tema, preannunciata già dallo studio della Commissione Europea del gennaio 2021, realizzato sulla base dell’analisi di siti web aziendali e sulle loro dichiarazioni di “sostenibilità” di prodotti e servizi.

 

L’analisi evidenziava che più della metà ricadeva nell’illecito:

  • il 37% dei claim riportava affermazioni vaghe,
  • il restante 59% non includeva informazioni oggettive e dati a supporto.

 

Dichiararsi sostenibili in maniera infondata rappresenta un grave rischio per le aziende, in termini economici e reputazionali. Lo è ancor di più per la reale tutela ambientale. Il marketing non può sostituirsi ad un processo certificato e scientifico, che deve essere mirato, graduale e progressivo.

 

AzzeroCO2 fornisce all’azienda diversi validi strumenti ad hoc per integrare la sostenibilità nel proprio business, valorizzando pratiche sostenibili già adottate e individuando nuovi ambiti su cui è possibile intervenire, con l’obiettivo di migliorare le performance ambientali e sociali, dell’azienda e dei suoi prodotti. Il tutto supportato da analisi scientifiche realizzate in conformità con standard e normative internazionali.

 

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